To Twit, or not to Twit ? (Social Business Amlet Blues)


Diciamocelo, solo Twitter può competere con Facebook quanto a discussioni e analisi in corso.

Da un lato chi si interessa più direttamente agli aspetti sociali e psicologici del fenomeno, da un altro chi, come gli addetti alla comunicazione, si domanda fondamentalmente se esistono reali possibilità per utilizzare in modo coerente ed efficace un mezzo del genere.

Perchè mentre, in un certo senso, Facebook offre tutto sommato varie opzioni di comunicazione e promozione (ammesso poi che vengano percorse correttamente), le caratteristiche di Twitter sono così specifiche e peculiari che il suo utilizzo nell’ambito di un piano di comunicazione apre, giustamente, alcuni interrogativi.

Credo sia corretto seguire un’approccio come quello proposto da Traci Knoppe su Genesis Blogging

Prima di tutto ricordiamoci che i vostri "follower" e coloro che decidete di seguire sono persone, non numeri. Può sembrare una osservazione banale, ma in realtà ha una serie importante di conseguenze sull’approccio a un "ambiente" come quello di Twitter.

Vi sono, semplificando, due grandi "scuole di pensiero" circa il comportamento da seguire :

1. Dovete seguire chiunque vi segua, sia attraverso meccanismi automatici, sia manualmente

2. Dovete seguire solo coloro che ritenete siano adatti e in qualche modo "congruenti" con voi, sia per un interesse comune, sia perchè vi siano stati segnalati, oppure perchè appartengono al vostro mercato di riferimento.

Se vediamo il tutto dal punto di vista di chi vorrebbe comunicare, promuovere, posizionare un brand o un prodotto, trovare clienti o conversare con i propri clienti, occorre trovare un approccio che rispetti la natura dell’ "ambiente sociale Twitter" .

E qui veniamo al "Know – Like – Trust factor"

Ovvero, seguendo il filo logico proposto da Traci:

  • Your followers need to get to know who you are. They do that by you tweeting a bit about yourself.
  • They need to get a chance to like you. They can do that when you reply to others and engage them in conversation.
  • Trust comes from the Knowing and Liking and seeing that you are willing to think of other people and not just yourself and your business.

Tina Williams ( Coaching The KLT Factor ) sottolinea acutamente:

The more light you spread the more your KLT Factor develops. As you light up others, you will see that instead of seeing your light dim, the circle of light around you just keeps getting brighter!

La ricerca, la selezione e l’apertura dei contatti è sicuramente un passo importante e complesso, e qui non mi dilungo, ma mi limito a segnalare strumenti come Twellow

Mi soffermo ancora invece sulle modalità e sui contenuti di comunicazione:

  • Tweet some personable, as well as valuable, information so your followers can get to Know you.
  • They will Like you when you interact and become social: so reply, re-tweet and interact with your followers and those you’re following.
  • Once they know and like you, and you have interacted, the Trust naturally comes.

Insomma, mi pare che la chiave sia un approccio realmente equilibrato tra interazione sociale e obbiettivi di promozione. Vorrei concludere queste brevi ( e non certo esaustive) osservazioni sottolineando che, come per il blogging, restano fondamentali l’aspetto della trasparenza e quello dell’essere comunque "persona" : " If you are tweeting as a business or corporation – you need a person, with a name, tweeting on your behalf. Personalize your Twitter presence and you will get a much more favorable response. You will build your Know-Like-Trust factor and your business will grow. Twitter is an excellent marketing tool – if used properly, the results are amazing. "

Illustrazione di James Marsh

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2 risposte a To Twit, or not to Twit ? (Social Business Amlet Blues)

  1. Anonymous scrive:

    Articolo interessante, ma in un blog in italiano, diretto agli italiani, eviterei le citazioni in inglese o come minimo le tradurrei.

  2. Enrico Bianchessi scrive:

    Caro Anonimo,
    capisco la tua obiezione, ma tieni presente che, piaccia o non piaccia, oggi non essere in grado di leggere un testo inglese rappresenta una limitazione. Per quanto mi riguarda quando ho tempo di farlo traduco, ma diversamente trovo più importante pubblicare e segnalare il contenuto in ogni caso.