Il ROI dei Social Media (?) (The Big Misunderstanding Blues)

Un bellissimo articolo di Taylor Ellwood su Biznik offre un interessante punto di vista sulla spinosa questione del calcolo del ROI rispetto a un investimento aziendale nei social media.
glicine Premetto che, personalmente, queste problematiche mi ispirano sempre l’immagine di qualcuno che, con un metro a nastro in mano, in piedi, a fianco di una grande pianta di glicine, si chiede come misurare l’intensità del profumo per decidere se inspirarlo o meno.
Floricultura a parte, vi propongo alcuni stralci del ragionamento di Taylor.
“…Molte aziende chiedono di poter calcolare il ROI per i Social Media, ma non comprendono che prima devono investire nei social media, costruire relazioni e poi potranno raccoglierne il “return”
In sostanza l’azienda chiede: – Quando comincerò a fare soldi grazie alle mie attività sui social media ? – Questo significa che l’azienda è disponibile ad entrare in questo mondo solo se ha la certezza che ne otterrà nuovi clienti e risultati economici. Il problema di questa mentalità è che considera di fatto gli appartenenti ai social media dei numeri (…)
Le aziende che si preoccupano solo del ROI rispetto ai social media non comprendono che i social media non sono il luogo delle vendite, ma il luogo del networking e del marketing, il luogo (soprattutto) dove si costruiscono relazioni.
La realizzazione economica (la vendita) accade quando la relazione è stata costruita e sostenuta al punto in cui esiste fiducia e riconoscimento sufficiente per generare l’acquisto. Occorre tempo per costruire valore, e con i social media il processo può essere ancora più lungo,  perché le interazioni avvengono in un ambiente virtuale.
L’attività sui social media è parte del processo di costruzione della relazione, con l’obbiettivo di rimanere visibili, rafforzare al propria reputazione e condividere informazioni. (…)
La miglior strategia con i social media prende innanzi tutto atto dei limiti intriseci del mezzo in se’. Occorre che la conversazione che viene aperta sia trasparente, senza un’agenda nascosta. Quel che è necessario comprendere è che una attività sui social media permette di imparare molto su come offrire un miglior servizio ai propri clienti, come avere una miglior visibilità, come costruire relazioni durature.      
Conclude Taylor
“What social media can’t do is automatically line people up to do business with you. That only occurs if you are willing to invest time in building relationships with those people, and social media is integral to building those relationships will become more integral as it becomes more integrated into our lives.”

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4 risposte a Il ROI dei Social Media (?) (The Big Misunderstanding Blues)

  1. Mat scrive:

    Ottimo Post Enrico, assolutamente vero ciò che dici.

    La vera barriera all'entrata delle aziende in modo attivo nei social media e con una strategia di medio-lungo periodo ( e non i mordi e fuggi che spesso di trovano in Twitter o FB)è la barriera culturale.
    Credo però che sia solo una questione di tempo, quello che di solito intercorre tra la comprarsa di una innovazione (momento in cui tutti dicevano cose del tipo: "Facebook..una cosa per dementi che non hanno nulla da fare e o sono guardini o sono esibizionisti..") e la sua accettazione come un dato di fatto (momento in cui le aziende diranno:" Facebook? certamente è un must della nostra strategia di relazione con il mercato").
    Chissà, per il momento però il Tuo Post mi è piaciuto talmente che lo ripropongo al volo, citando logicamente la fonte, sul mio gruppo di FB!

  2. Enrico Bianchessi scrive:

    Grazie Matteo, per oggi il mio ROI è fatto !!

  3. Felter Roberto scrive:

    Io solitamente, quando mi parlano di ROI del web 2.0, giro la frittata e chiedo loro: e voi come avete potuto calcolare il ROI ATTENDIBILE delle vostre attività, se non sapete quello che succede in rete? Come potete pensare di dire "quel prodotto nei prossimi 6 mesi venderà X, se non sapete quello che pensa oggi chi lo sta comprando?" La presenza in rete non è una scelta, legata a vantaggi o svantaggi. In rete si è già, sempre e comunque. Quello che si può fare è solo decidere se lasciare che siano gli altri a rappresentarci o se preferiamo farlo noi. Costi quel che costi.

  4. Fabrizio Cotza scrive:

    Mmm… io penso ai miei clienti, PMI che a stento hanno un sito, ma che fatturano 10, 20, 30 miloni di euro. Sono piccolini, ma sono tanti. Cosa si potrebbe fare unendoli tutti assieme e creando un unico messaggio?
    Forse sono OT, ma chissà che non sia questa la chiave di volta per creare il vero cambiamento partendo dalla base…