E’ uno dei temi del giorno , soprattutto in relazione a quanto accade su Facebook. Ne scrive, tra i molti altri, Mantellini e ne scrive Gaspar Torriero. Ho commentato sul tema, e mi piace riprendere e ribadire qui quanto segue:
“Le aziende sembrano continuare imperterrite a vedere nei social media dei nuovi media pubblicitari in senso stretto e tradizionale, perchè, evidentemente, non ne riescono a comprendere la natura.
Comprensibilmente, molti si affannano a dimostrargli che è proprio così, e che in qualche modo una specie di banner o simile da qualche parte si può infilare davvero. Tutto molto mirato, perchè la “profilazione” sul social media è una cosa seria… La reputazione, dovrebbe ormai essere noto, si costruisce innanzi tutto attraverso i comportamenti reali dell’azienda, i suoi prodotti e la sua capacità di conversare e interagire con i suoi pubblici in modo traspartente, e interagire non vuol dire infilare a forza nelle pagine personali un bel giochino in flash. Questo voler essere invasivi e intrusivi (in modo sempre più scientifico) non è esattamente un fattore di costruzione della reputazione. Ma mi sa che è una battaglia persa..”
E mi viene in mente la recente conversazione con Pietro Scott Jovane che, a ben vedere, verteva in sostanza su questi temi.
Immagine di James Marsh