Relazioni Pubbliche alla prova (PR exercises blues)

Davvero una bella esercitazione per i responsabili PR e le agenzie di relazioni pubbliche, il lungo articolo di PC World online che elenca i peggiori 25 prodotti tecnologici di tutti i tempi.
 
Gli ospiti sono davvero illustri, da AOL a Microsoft (che piazza tre prodotti nei primi 10), IBM, Iomega, Apple e altri ancora. Gli amici di PC World  Online ci sono andati davvero pesanti nei commenti : “…Internet Explorer 6.x might be the least secure software on the planet…”;  “Forget Y2K; this was the real millennium bug (Windows Millennium)”
 
Ma, a parte questo, ci sono un paio di presenze che mi preme sottolineare proprio dal punto divista delle PR.
 
Una è quella degli ineffabili signori di Sony BMG, che occupano nientopocodimenochè la quinta posizione grazie ai prodigi del loro DRM nascosto nei CD musicali e alla loro arroganza.
 
Ma anche la storia dei Zip Drive Iomega ha qualcosa da insegnarci. Un breve riassunto:
 
“Click-click-click. That was the sound of data dying on thousands of Iomega Zip drives. Though Iomega sold tens of millions of Zip and Jaz drives that worked flawlessly, thousands of the drives died mysteriously, issuing a clicking noise as the drive head became misaligned and clipped the edge of the removable media, rendering any data on that disc permanently inaccessible.”
 
Ma il meglio, ovvero l’ennesima lezione di quanto sia stupido negare i problemi, è la fine della storia:
 
“Iomega largely ignored the problem until angry customers filed a class action suit in 1998, which the company settled three years later by offering rebates on future products.” 
 
Questi limpidi esempi di pessimi comportamenti mi hanno fatto anche ricordare il recente caso Nestlè
 
Tornare a riflettere su questi casi non fa mai male.
 
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Ricerche e PR (Fake Data Blues)

Interessante e intrigante il problemino proposto dal buon Jim horton. La storia delle “ricerche” promosse e gestite da aziende che, guarda guarda, danno risultati largamente favorevoli ai prodotti dell’azienda in questione non è nuova.  Diciamocelo, vi sarà capitato di storcere un po’ il naso davanti a certi eclatanti risultati strombazzati reclamando a gran voce l’assoluta “scientificità” e “oggettività” della ricerca. Per carità,  ce ne sono di sicuro di assolutamente genuine e corrette, ma quando vengono utilizzate come strumento di comunicazione nell’ambito delle attività di  relazioni pubbliche, massima prudenza e massima attenzione. Essere costretti successivamente a correggere, specificare o addirittura smentirsi costituisce un vero disastro di immagine e credibilità. 
Qui la storia della ricerca dell’ American Medical Association da cui prende spunto Horton.
 
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Relazioni pubbliche, marketing e blog, quanta strada da fare… (VIP’s Blues)

Ricevo oggi un’email, palesemente standard e inviata identica ad almeno qualche centinaia di migliaia di blogger, che mi comunica come la distinta Sig,ra Vivien abbia “…notato il tuo blog/sito per la sua qualità e lo stile. Per questo vorremmo proporti di partecipare all’operazione VIP che stiamo organizzando per il lancio del nuovo telefono cellulare Pinco Pallo XY7777. Dopo aver consultato il tuo blog pensiamo che di sicuro potesti essere seriamente interessato ad entrare nella community di VIP blogger che la Pinco Pallo sta selezionando per scoprire il suo nuovo elegante telefono.”

Davvero, ringrazio per la favolosa opportunità, ma non mi sento ancora abbastanza VIP  …

E poi, sbaglierò, ma i signori della Pinco Pallo hanno le idee ancora un po’ confuse sulla blogosfera. Prima di tutto mi sembra che il buzz-marketing non si faccia lusingando una massa indistinta di blogger. Non mi pare inoltre che un blog possa assumere una posizionamento di rilievo, credibilità, autorità etc etc, previa iscrizione all’apposito circuito.

Ma forse sono io che mi sbaglio… anzi sbaglio io di sicuro.  Il Pinco Pallo XY7777 troneggerà sicuramente su milioni di blog.

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Back to basics (Useful Blues)

Mi pare sempre utile dare ogni tanto un occhio a qualche vecchia, cara definizione di base, se non altro per non distrarsi troppo con tecnologie emergenti e nuovi media e ricollocare il tutto nell’ambito di una visione più ampia e produttiva.
 
Colgo la riproposizione del buon  Shel Holtz   in un bel post intitolato “Relationships as a PR goal”, e ve la riporto fedelmente:

- At its core, public relations is the management of an organization’s efforts aimed at building and maintaining positive relationships with its strategic publics. A strategic public is one that, in the absence of a strong relationship, could produce obstacles to the organization’s ability to achieve its objectives.

- Public relations is about influence. Organizations can and should wield influence ethically. Among academics, ethical public relations is often referred to as “two-way and symmetrical.” That is, the relationships result in win-win scenarios in which both the organization and the public achieve their goals. The tools of two-way symmetrical communication include negotation and boundary-spanning.

Ma più avanti trovo anche questa stimolante considerazione:

“As conversations become the principal characteristic of company-public engagement, the relationships themselves will prove more valuable to organizations than influence. As with the notion of the mission statement, focusing on relationships for their own sake will surely lead to the outcomes organizations seek (sales, friendly regulatory environments, minimal activist activity, support for initiatives, etc.). Or, to put it more simply, who needs to wield influence when you’ve got friends ?”

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Ma dov’è il tup OPML ? ( Who’s reading what Blues)

PR week offre una interessante analisi di come una semplice e quasi “banale” tecnologia (se di tecnologia si può parlare)  come l’OPML possa rappresentare di per se’ uno strumento di comunicazione e di diffusione di contenuti di grande impatto. L’OPML (Outline Processor Markup Language) permette di aggregare i file RSS relativi ai blog che leggo e che ritengo più significativi e interessanti per poi esportarli e distribuirli in unico file che un qualsiasi “feed manager” legge e gestisce.  
 
Puntuale il commento dell’immancabile Steve Rubel : “It gives us aggregate data on who is reading what feeds among a tech-savvy group,” says Steve Rubel, SVP in Edelman’s Me2 Revolution practice. “It’s an emerging technology that is worth watching… if you’re doing tech PR, you want to reach these influencers.” Rubel says that with PR pros often not having the ability to get their hands on definitive blog readership numbers, something like share.opml.org can support claims to clients that influencers are indeed reading the blogs they are targeting.
 
Da osservare anche l’iniziativa di David Winer, che ha lanciato Share.opml.org ,  dove gli utenti del sito possono effettuare l’upload del proprio file OPML. Share.oplm provvede poi a organizzare le stringhe RSS contenute e offre una classifica dei blog più letti. 
 
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Immagine di James Marsh
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The economics of buzz (Word of Mouth blues)

La London School of Economics (LSE) ha pubblicato i risultati di un interessante studio sugli effetti della Word of Mouth sulle vendite. Mi sembra davvero valga la pena di dare un’occhiata a questi dati, e mi limito a sottolinearne alcuni al volo:
 
- Companies enjoying higher levels of word of mouth advocacy (higher net-promoter scores), such as HSBC, Asda, Honda and O2, grew faster than their competitors in the period 2003-04.

- Companies suffering from low levels of word of mouth advocacy and high levels of negative word of mouth, such as Lloyds-TSB, Sainsbury’s, Fiat and T-Mobile, grew slower than their competitors.

- A 7 per cent increase in word of mouth advocacy unlocks 1 per cent additional company growth.

- A 2 per cent reduction in negative word of mouth boosts sales growth by 1 per cent.

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Immagine di James Marsh 

 

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Comunicazione di servizio (HTML blues)

Come avrete notato, a seguito dell’ultimo post il menu di destra è precipitato in fondo alla pagina. Ignoro cosa sia successo e il mio scarsissimo HTML non mi ha consentitodi risolvere il problema. Per cui profilo, stringhe RSS e quant’altro sono giù giù ,  in fondo, come il mio blogger-morale.
 Vediamo se oggi si risolve…..

P.S. di mercoledì 24: RISOLTO !

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Le relazioni pubbliche tra 5 anni (PR Future blues)


Via Media guerrilla leggo alcune considerazioni di Richard Edelman sul futuro delle relazioni pubbliche, considerazioni espresse durante un “live talk” su Syndacate.

Tra le altre:

Press releases will be deconstructed: how companies produce and package their news via the press release will change but not die.

PR will play a critical role in early stage product development: with PR teams increasingly listening to and participating in edge conversations, the richness of this information in aggregate will be invaluable for product development. Also, the concept of co-creation,
where “edge conversationalists” are invited in to actively influence and shape new products will be a unique value that PR can bring to bear for both the company and the audiences that care about these products.

PR will have a seat in the c-suite: as the eyes, ears and voice of a company, a bridge really to the conversational edge, executive teams will need to rely (heavily) on the input
and counsel of communication leaders when it comes to strategic business decisions.

Mi ha particolarmente colpito la previsione circa il ruolo delle PR in quello che Edelman definisce “early stage product development” . Si tratta di un’area di intervento innovativa e , per quanto riguarda la mia personale esperienza, pressochè sconosciuta in Italia.

Va anche rilevato che questo nuovo ruolo presuppone un’attività di PR/marketing decisamente attenta al blogging e capace di progettare e gestire con l’azienda gli spazi conversazionali necessari perchè questi processi si possano realizzare.
Capito, uomini di marketing in ascolto ? I blog come spazi di conversazione con i pubblici dell’azienda, come risorsa, non mini-siti, fake blog et similia.

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Very Personal …


Giusto per mostrarvi i simpatici auguri che ho ricevuto dal sito dell’Inter.La taglia mi sembra un po’ abbondante … (Oddio, forse neanche tanto, che sia un monito per un po’di dieta ?!)

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Giornalisti e blog PR (Teeth-can-bite Blues)

Vi segnalo un interessante  post di Jeremy Wagstaff, giornalista che si occupa di tecnologia per il  Wall Street Journal e per la BBC.

Jeremy si sofferma sull’utilizzo dei blog da parte delle agenzie di PR sotto vari punti di vista, per quanto concerne la raccolta di informazioni, il pitch, l’opportunità o meno di intervenire,etc etc. Le sue osservazioni e raccomandazioni sono davvero stimolanti.

Vi riporto direttamente alcune specifiche considerazioni:

Being a PR person pitching a blogger:

  • Pitches should never be made by phone without an email requesting a chat first. Phone calls are no longer as acceptable as they were; they are now as intrusive as a foot in the door.
  • PR people should find out if their mark has a blog, and if so, read it. For background, and to make sure the person is not on holiday or in the middle of a gender-change. It’s good to include some reference in the pitch to the fact that the blog has been read but there’s really no need to be smarmy. (“I’m a huge fan of your blog since before you started writing it and your post about how spammers are really annoying was just so spot on I had it tatooed in its entirety on my children’s foreheads.”)
  • A PR/journalist relationship can be as close as lips and teeth, but teeth can bite, and should. (The teeth is the journalist. Please keep up.) A journalist will always, if not today then at some point in the future, write something the PR person doesn’t like about their client, and the PR person needs to be ready for that. So should the journalist. The two can be best buddies, but I find that makes it harder to do one’s job, and be seen to be doing one’s job as a journalist al dente.  So I keep my personal distance. That’s just me. I think it was the BBC’s John Simpson who quoted someone as saying that people should always feel a journalist at the table was a menacing presence. As a journalist you’re not there for the people you’re dining with, you’re there for your readers/viewers.

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