Giuro che sono qui per caso… (PR Shame Blues)

Tanto per cominciare in allegria la settimana e chiarire meglio il problema dell’immagine delle Relazioni Pubbliche ( e farci una bella e amara risata),  vi propongo questo stralcio tratto da un sito che si occupa di informazione medica alternativa……  

(…) Le agenzie di PR lavorano nel campo delle relazioni pubbliche, la professione che si occupa di “management della percezione” e dell’alterazione delle attitudini mentali e metafore concettuali nella vita pubblica e spesso hanno degli interessi economici propri e l’obbligo di fedeltà a un punto di vista. Quindi un efficace ed accurato esame delle attività e dei codici etici di tale professione è raccomandato: le dichiarazioni che essa produce devono essere generalmente considerate disinformazione per definizione fino a quando è dimostrato il contrario.  Una manipolazione non necessariamente comporta vere e proprie bugie di commissione, ma comporta tipicamente bugie di omissione, che mascherano l’identità dello sponsor del messaggio. (…)

Quando parliamo di PR, ci sono due cose da cercare:

1. l’orchestrazione ed organizzazione che non è destinata ad essere vista e conosciuta dall’audience e

2. la scena sul palco a consumo del pubblico.

Non male eh ?….

 

Tags:

Pubblicato in Senza categoria | Commenti disabilitati

PR cosa ? (Professional Shame Blues)

Vi segnalo un imperdibile post di Richard Edelman, dal titolo “A Jarvis Moment” che, ancora una volta,  mi ha  procurato quella simpatica (ma sbagliata, lo so…) sensazione di “mal comune mezzo gaudio” che ogni tanto mi procura la lettura delle disavventure delle relazioni pubbliche oltreoceano.
 
In sintesi, Il Nostro si è trovato a dover riempire un modulo govenativo, in cui era necessario indicare la professione: niente di più facile, deve aver pensato. 
Peccato che al primo tentativo, il solerte impiegato ha spiegato a Mr. Edelman come “PR ” o “Public Relations” non fosse abbastanza specifico, e ne’ lui ne’ il suo supervisore sapevano che professione fosse…  Il Nostro ha fatto un tentativo con “corporate and marketing communications”. Niente da fare, l’espressione era troppo lunga per il form. Ma il buon Richard non si è scoraggiato  e ha cominciato a parlare dei suoi clienti, dei più recenti progetti che aveva sviluppato per Dove, Wal-mart, General Electric… Niente da fare. Alla fine, disperato si è dovuto adattare a descrivere la sua professione “advertising”.  Vi riporto l’amaro commento di Edelman:

“This is what used to happen when I was just a “newbie” in the business in the late 70s and early 80s. It could not still be happening to me. Fellow PR people, we have still have a lot of work to do on the image of the industry. Beyond the executive suite, we are either unknown or pigeon holed into the “masters of spin” camp. In fact we are central to business transformation, whether it is for Wal-Mart, P&G or other major global corporations. Let’s persuade our clients to allow us to talk about the work we do so that we can educate the broader publics about the benefits of what we do. In that way we can avoid this type of humiliation for future generations of PR people.”

Posso solo immaginare lo scoramento di un uomo come Richard Edelman, uno che delle PR ha fatto la storia, di fronte a un episodio del genere.

Nel mio piccolo , posso solo dire che so di cosa parla

Technorati Tags : ,

 

 
 

Pubblicato in Senza categoria | 2 commenti

Relazioni pubbliche che stupiscono (Harry Potter Blues)

Un post del sempre stimolante Mr.Reset ci segnala un comunicato davvero singolare, dove l’incauto ufficio stampa di un produttore di computer annuncia che esiste una tecnologia capace di aggiornare un PC mentre è spento. Ora, va bene che bisogna catturare l’attenzione dei giornalisti, ma forse avventurarsi nel mondo della magia è un po’ troppo. Però chissà, con un incantesimo del tipo “Aggiornandum Calculationis Machina !” Harry Potter potrebbe… Mah.

(Tra l’altro scrivere una cosa le genere testimonia la bieca incompetenza tecnologica di chi ha distribuito il comunicato in questione, che è però sicuramente un assiduo lettore delle avventure del maghetto occhialuto e dei suoi amici.)

Technorati Tag:

Pubblicato in Senza categoria | 2 commenti

Relazioni Pubbliche o SPAM ? (Good Pitch Blues)

Questa simpatica storia  raccontata da un giornalista di NetworkWorld negli Stati Uniti, la dice lunga su quali colossali errori si possano commettere per l’ansia di far apparire i propri clienti. L’aspetto ironico della cosa è che lo “SPAM” attuato dalla solerte agenzia di relazioni publiche   riguardava soluzioni anti-SPAM…..
 
Ma non basta, perchè la aggiornatissima e attrezzata agenzia ha inviato il pitch in questione ponendo l’intera mailing in chiaro nel campo “To” dell’email, mostrando i fortunati 116 destinatari del messaggio. Cose che mi è capitato di vedere di persona, avendo io stesso ricevuto comunicati stampa da altre agenzie esattamente con le suddette medesime modalità.
 
Ora, nella fattispece si trattatava, se non vado errato, non di un comunicato stampa ma addirittura di un’invito per un’intervista, che a maggior ragione andava gestito con una attenzione particolare e in modalità rigorosamente “one-to-one”. Insomma, l’errore dentro un errore dentro un’altro errore…
 
Constatare che questa mancaza di professionalità affligge anche le PR oltreoceano è una magra consolazione. Questi sono i segnali che mi fanno capire perchè la considerazione di cui godono le agenzie di relazioni pubbliche presso aziende e presso tanti giormalisti sia così bassa.
 
…Ah, dimenticavo l’ultimo errore segnalato dal giornalista:
 
“…when doing PR for an antispam vendor: Don’t dis the news editor who writes a blog.”
 
Technorati Tags : , ,
 
 
Pubblicato in Senza categoria | 2 commenti

Personale

Oggi se ne è andata  per sempre una buona ragione per continuare a seguire il calcio. 
Per un vecchio interista, qualcosa di più.
 
  
Pubblicato in Senza categoria | Commenti disabilitati

Promesse, promesse… (Bad Expectations Blues)

Carissimi, desidero iniziare il nuovo “anno lavorativo”prendendo spunto da una freschissima esperienza personale.
 
In primavera inizio la ricerca online di un agriturismo in Toscana; si tratta di una novità per me e per la prole, e cerco con la massima attenzione di selezionare una struttura che offra il maggior numero possibile di attività e motivi di interesse per i bimbi. Sulla base delle informazioni raccolte sul sito dell’agriturismo e di un ricco scambio di email con il proprietario, ne scelgo alla fine uno.
 
Allora: premetto che nell’insieme il giudizio sulla vacanza è positivo. La struttura era effettivamente in una posizione assolutamente splendida, si è mangiato bene, buona parte delle “promesse” (il marketing attuato attraverso sito e email) sono state mantenute, ma….
 
C’è un ma, e riguarda uno degli errori di marketing più  marchiani e evitabili: la creazione di false aspettative.
Dico: ci sono un sacco di aspetti positivi e di elementi concreti da evidenziare e valorizzare, cose che l’esperienza diretta avrebbe poi confermato, e allora mi domando:
 
1. Perchè parlare dell’organizzazione di attività ludico - educative per i bambini che poi scopro essere inesistenti ?
2. Perchè citare la presenza di un interessante “percorso botanico” che poi si rivela essere evidentemente abbandonato da anni, con cartelli e indicazioni fatiscenti, aree che dovrebbero contenere specifiche piante invase dalla vegetazione spontanea etc. etc. ?
3. Perchè citare la possibilità di usare mountain bike che poi si rivelano essere ammonticchiate e inutilizzabili in un capanno ?  
4. Perchè citare la presenza di cavalli come se ci fosse un maneggio, che poi  in realtà non è abilitato per gli ospiti ?   
 
Creare una specifica aspettativa che si sa benissimo non sarà possibile soddisfare mi sembra un autogol così stupido e evitabile che mi domando davvero come sia possibile vederlo come  strumento di marketing.
 
Si credeva forse che , “accecato” da quello che di buono e positivo si offre, il cliente (un po’ babbeo) si scordasse di ciò che era stato promesso ? Oppure si tratta più banalmente di un atteggiamento teso ad attirare (one shot) e poi dimenticarsi per il futuro un nuovo cliente ?  Mah…
 
Immegine di James Marsh
 
 
Technorati Tags :
Pubblicato in Senza categoria | 2 commenti

I corporate blog aiutano (Blog results blues)

Uno studio di Russel Research, sponsorizzato da Cymfony e Porter Novelli, segnala che il 76 % dei blog aziendali hanno generato un aumento del traffico web e, udite udite, del media coverage relativo all’azienda. Nel 42% dei casi almeno un post ha in qualche modo influenzato l’immagine del brand o dell’azienda, nella maggior parte dei casi in modo positivo. Da notare che ben il 57% delle aziende intervistate non ha creato alcuna “blogging guideline”.   Ancora più interessante il fatto che ben il 63%  ha dichiarato di essere entrato nella blogosfera per un  generico “bisogno percepito” di partecipare al fenomeno, ma senza in realtà aver definito uno specifico obbiettivo da raggiungere.
Questi ultimi due dati  meritano qualche riflessione. Da un lato trovo che sarebbe meglio , per un’azienda, affrontare la blogosfera nel modo più “consapevole” possibile, ovvero  fissando linee guida e identificando uno o più obbiettivi, sia pure generali. Questo approccio tende a limitare i rischi di ricadute negative e/o momenti di “crisis”.
Da un altro punto di vista  però trovo interessante, e positivo, il fatto che molte aziende abbiano sentito l’esigenza di essere della partita in ogni caso, cioè che abbiano comunque percepito il potenziale dello strumento. e si siano buttate nella blogosfera.
Technorati Tags : , ,
Immagine di James Marsh
Pubblicato in blogging | Commenti disabilitati

Chiuso per ferie (Beach Blues)

Gentili Signore e Signori, per un paio di settimane il vostro blogger si assenterà e si dedicherà a un intenso “children training” sulla spiaggia.
 
Tornerò rinfrancato e snellito, non ne dubito.
 
 Arrivederci !
 
Pubblicato in Senza categoria | 2 commenti

Piccole cose che fanno la differenza. (Little PR Things Blues)

Nel giro di un paio di giorni ci sono arrivati i complimenti (assolutamente spontanei e inattesi) da parte di un paio di giornalisti che ci hanno ringraziati per la velocità con cui rispondiamo alle loro richieste di informazioni , immagini, materiali, etc. E allora mi sono anche tornati alla mente ( e adesso me li spiego meglio) i “Grazie mille !!” e altri piccoli segni di “riconoscenza” che mi è capitato di ricevere nel corso nelle “normali” attività di media relations.
 
Ho messo “normali” tra virgolette perchè così mi sembrava fossero. Avere sempre disponibili immagini e documenti aggiornati, fonti, e , soprattutto, rispondere ai giornalisti nel giro, quando possibile, di pochi minuti e non di giorni, mi sembrava una cosa ovvia. Nel nostro lavoro il giornalista è un “cliente”, molto particolare, certo, ma in qualche modo “cliente” le cui esigenze devono esere comprese e soddisfatte.
Banale ? Lo pensavo.
 
Dopo qualche chiacchierata extra, ecco che appare uno scenario in cui le Relazioni Pubbliche sono popolate da “operatori” che impiegano giorni e giorni per rispondere, o inviamo materiali errati, che non sanno distinguere tra un’immagine a bassa e una ad alta risoluzione, che, soprattutto, non sono mai in grado di offrire ai giornalisti spunti e fonti collaterali interessanti, anche se non legati direttamente al cliente, etc. etc.
 
Per non parlare di comunicati stampa (tanto per cambiare)  che aprono con un paragrafo di 10 righe che fa la storia dell’azienda. Poi, forse, laggiù, sotto, tra un paragrafo e l’altro, se il giornalista ha tempo e voglia di lanciarsi nella ricerca,  c’è qualche contenuto.
 
Sono dettagli ? O forse la prossima volta che avrà bisogno di contenuti, il giornalista chiamerà l’agenzia che è in grado di farlo lavorare al meglio ? ( E notate che ho provocatoriamente detto “agenzia”  e non “azienda”)
 
Technorati Tags :    
 
 
Pubblicato in Senza categoria | 3 commenti

Le aziende corrono verso i blog… (Question Mark Blues)

 

Mi sono imbattuto oggi in questo interessante articolo di Tekrati dedicato ad una ricerca di Jupiter Research. Gli analisti di Jupiter ci dicono che il 35% delle grandi aziende si apprestano ad aprire i rispettivi corporate blog entro la fine di quest’anno. Se combiniamo questo dato con la base esistente, pari, secondo Jupiter, ad un 34%, arriviamo attorno al 70%. Sicuramente la ricerca è molto U.S. oriented, ma il trend merita attenzione.  Jupiter sottolinea che i blog sono sicuramente sottoutilizzati dalle aziende come strumento per generare  ”word-of-mouth marketing buzz”.

David Schatsky di Jupiter spiega:  “By engaging prospective customers in active dialogue, companies can showcase their expertise and domain knowledge, creating a forum for communication of their strategies and visions. In doing so, companies can generate buzz around their products or services, while eliciting feedback and collaboration from product evangelists.”  

Insomma, riusciranno i nostri eroi (le aziende) ad approdare alla blogosfera ricavando tutto il valore aggiunto che vi si nasconde ? Gli analisti sembrano aver compreso cosa si nasconde dentro la blogosfera, ma io rimango sempre un po’ perplesso sull’approccio pratico delle aziende, che secondo me continuano in larga parte a vedere i blog come una specie di nuovo e un po’ misterioso media pubblicitario. Mi sbaglio ?  

Vedremo. 

Technorati Tags : , , , ,

Immagine di James Marsh

Pubblicato in Senza categoria | 1 commento