Pet Food Marketing (Cats Blues)

Dadolata di di polpa di Tonno Orientale

Falde di Tonno con Gamberetti in Gelée

Fiocchi leggeri di Salmone al Naturale

Supreme Gelée di Tonno con Orata

Petali di Salmone con Surimi in Gelée

Nocette di Pollo con Surimi in Salsa

Sfilaccetti di Brasati con Manzo e Pomodori

Sfilacceti Brasati con Anatra e Pomodori

 

Ecco, state dicendo, il Bianchessi ci propina sfacciatamente il menù degustazione del ristorante di grido dove ha trascorso la serata… 

No miei cari, trattasi di “cibo per gatti in scatola”

Allora, vado con ordine.

Ieri sera all’Esselunga, mentre gironzolavo con la prole tra gli scaffali, il pet food marketing mi si è rivelato in tutta la sua elegantissima (e sinora sconosciuta) sofisticazione.   

Sono rimasto in particolare folgorato dal packaging e dal naming  del cibo per gatti.

Ora, non ho mai avuto un gatto, e se decidessi di avere un animale, propenderei certamente per un cane. Ma, al di là di questo, lo sconvolgente menù per felini d’alto bordo che mi sono trovato davanti mi spingerebbe ad una attenta analisi psico-sociale del possessore medio di felino domestico (che sospetto essere tipicamente una donna). Perchè francamente non riesco a capacitarmi. 

Allora, vi ho fedelmente riportato sopra alcuni esempi di quello che io, nella mia suprema e rozza ignoranza , chiamavo banalmente (figuratevi voi) “cibo per gatti”. Evidentemente se i signori della Purina hanno architettato nomi e ricette di cotale, raffinata eleganza, ho il fondato sospetto che  lo abbiano fatto perchè conoscono bene i loro polli.   E che perciò quanto sopra è ciò che stuzzica i sensi (gusto escluso) del possessore medio di felino.

C’è qualche gentile felinomane che mi conferma ? Sono certo che le gatte mi potrebbero illuminare…

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8 risposte a Pet Food Marketing (Cats Blues)

  1. Elisondo scrive:

    La mia teoria è che i gatti sono come i figli!Ai tuoi daresti del semplice “cibo per bambini”?

    ;)

  2. dotcoma scrive:

    conoscono i loro polli, come giustamente dici (più e meglio ancora dei loro gatti)

  3. Enrico scrive:

    @Elisondo: certo, “cibo per bambini” suona un po’ male, ma francamente la mia attenzione era solleticata più da considerazioni alimentar-salutistiche, qui mi sembra cha siamo sul lusso-snobismo più sfrenato e sfacciato…

  4. [m]m scrive:

    io penso che li comprerei e me li mangerei io :)
    (anzi, li servirei come pate’ de haute cuisine agli amici)

  5. Enrico scrive:

    perchè, secondo te qualcuno non l’ha gia fatto ?…. e magari chissà che figurone.

  6. dotcoma scrive:

    io da voi a cena non vengo ;-)

  7. zarathustra scrive:

    ho 3 gatti
    la prima da quando lo ha assaggiato mangia solo Petreet; secondo me c’è della droga dentro
    il secondo deve seguire una dieta particolare pertanto non conta
    la terza è ancora piccola e divora qualsiasi cosa le si pari davanti, dalla buccia della mela ai piselli in scatola, quindi le diamo pappe del discount ed i nostri avanzi.

    cmq, da acquirente assiduo, ti dico che è da circa un anno che sono uscite tutte queste “ricette” preziose, mentre prima la varietà era limitata a 3 tipi di carne (manzo, coniglio, pollo) + “verdure” (scritto proprio così, generalista) e riso.

    certo è che al gatto ci si affeziona da bestia, e l’autosoddisfazione nel viziarlo è molta

  8. Marco Ciaccia scrive:

    Un tempo Sheba era il top di gamma, come prodotti-packaging-comunicazione tv; il gatto era naturalmente un fascinoso e opulento persiano – si pensa infatti che per i gatti (e le gatte) esista un modello estetico di questo tipo. Ragion per cui i gatti snelli soffrono di depressione per il confronto.