Chiarimento: i new media non fanno comunicazione (Lost Content Blues)

Sento ciclicamente l’urgenza di ricordare che la “ubriacatura” (mi si passi il termine) di new/social/interactive media non deve far perdere di vista ai comunicatori e alle aziende un fatterello piuttosto rilevante.

Il fatterello sarebbe: la “sostanza” della comunicaziona è comunque data dai suoi contenuti.

Insomma, cerchiamo di tenere sempre presente che non basta emettere un comunicato nella più mirabolante e perfetta forma di “social press release”, in un fuoco di artificio di link, blog, wiki, podcast, YouTube e quant’altro. Questo è il “confezionamento”, gli strumenti attraverso cui si distribuiscono le informazioni. Va benissimo, ci mancherebbe, è un enorme arricchimento per la comunicazione, nessuno si sognerebbe di negarlo, non voglio certo tornare su un fatto ormai ampiamente assodato.

Solo che, ogni tanto, è il caso di fermarsi e immaginare di avere a disposizione solo il fax, e di dover quindi far conto solo ed unicamente sul valore dei contenuti che stiamo distribuendo, sulla loro rilevanza.

E’ un esercizio utile, o no ?

Buona settimana a tutti.

P.S. vedete su questo tema anche l’interessante post su Uniferpi

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5 risposte a Chiarimento: i new media non fanno comunicazione (Lost Content Blues)

  1. Baldo scrive:

    E’ un problema che sposo in pieno: concentrarsi su “cosa” dire. Il come verrà di conseguenza… anche via fax :)
    Buona serata, Gabriele

  2. radiopalomar scrive:

    Ho l’impressione che la dilatazione dei mezzi tecnici (sociale media) stia determinando anche una insana dilatazione dei contenuti. Il segreto è nella selezione dei messaggi più appropriati. L’eccesso di informazione crea solo ronzio.

  3. Francesco Izzo scrive:

    Giusto. Il contenuto è sempre al centro della comunicazione. Quello che può cambiare è una differente modulazione dello stile (appunto)riadattato alle nuove logiche del social network. Non basta aprire un business blog, caricare un video si youtube, o partecipare a wikipedia, ma come sempre serve avere qualcosa da dire, saperlo comunicare, condividere e, soltanto in seguito, riformularlo in base agli imput che quel messaggio ha determinato nel social network.

  4. Luca Oliverio scrive:

    ma non è un problema poi in fondo: gli ascoltatori/utenti/riceventi sono così preparati e selettivi che sanno cosa leggere e cosa non leggere. chi non sa comunicare finirà sotto le proprie montagne di carta, nelle cartelle dello spam (anche sei siti) e quindi nel vuoto… oggi superare il rumore di fondo sul web diventa importante almeno quanto lo era per la tv: la classica A dell’aida…

    e forse… dopo questa bolla spaventosa del SWN (social web networking) si tornerà alla centralità dell’utente: che poi la comunicazinoe non è il contenuto, ma il ricente…

    quando si dice: il medium è il messaggio.. hai mai pensato che il medium possa esser chi riceve? è lui il vero medium… ogni cliente soddisfatto equivale a x nuovi clienti si diceva un tempo: oggi si parla di ideavirus… il ricevente è il medium. va beh, magari ne riparliamo.

  5. radiopalomar scrive:

    Il segreto è nella relazione.