Scava scava, trovi l’azienda (Digging in the Company Blues)


Come dicevo poco tempo fa ad un amico su Facebook, capita all’agenzia di PR di trovarsi ad avere a che fare con aziende che sembrano affette da una strana e pericolosa "timidezza".

Mentre da un lato ci sono clienti che vi riversano addosso una quantità inconcepibile di informazioni irrilevanti e inutili, tra le quali bisogna scavare per trovare un contenuto degno di questo nome, all’estremo opposto ci sono aziende che sembrano inconsapevoli dell’ enorme valore delle competenze e dei contenuti di cui dispongono e, a parte poche notiziole di servizio, non passano all’agenzia quanto dovrebbero.

Occorre un’attività investigativa degna di Sherlock Holmes, qualche giorno dedicato a incontri col maggior numero possibile di manager e poi si fanno scoperte a volte sensazionali: dalla tecnologia praticamente unica nel mercato, alla case history sensazionale (".. ah sì, poi in effetti abbiamo venduto anche qualcosa a Fiat, mi pare…") e via dicendo.

Insomma, ritengo che quando si affronta un nuovo cliente occorra armarsi di pazienza e dedicarsi con impegno ad uno "zero based profiling": spesso si tratta di una attività premiante, che porta a risultati del tutto inaspettati, con enormi vantaggi per l’azienda e per l’agenzia.

A margine di queste osservazioni mi piace ricordare il caso limite di una azienda che era così poco consapevole del proprio potenziale in termini di comunicazione, che pagava una (encomiabile) agenzia di PR per farsi spiegare che siccome i loro contenuti erano un po’ difficili per il mercato, non ci si poteva aspettare un granchè come risultati… (era un’azienda che proponeva una delle prime soluzioni di virtualizzazione quando ancora non ne parlava quasi nessuno…)

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2 risposte a Scava scava, trovi l’azienda (Digging in the Company Blues)

  1. enrica scrive:

    Infatti il rischio maggiore in questi casi è quello di finire nelle mani di agenzie di incapaci, assolutamente non in grado di valorizzare le caratteristiche aziendali che hanno il pregio dell’unicità. NOn tutti tutti hanno la fortuna di trovare un’agenzia competente. Il rischio può essere minimizzato se l’azienda assume una persona che si dedica alla comunicazione in house, interfacciandosi con l’agenzia nei momenti in cui c’è necessità di un sostegno dall’esterno. Un minimo di cultura di relazioni pubbliche all’interno dell’azienda comunque è necessario.

  2. Davide scrive:

    Ti dirò di più: a volte si sta ore a fare un’intervista e si vengono a conoscere info ovvie e poco spendibili a livello comunicazionale. Poi al momento del caffè o del commiato, il cliente butta lì la perla della quale, però, non conosce la preziosità. E lì comincia il nostro lavoro…